"Anywhere Anytime"
scritto da Daniele Gaglianone,
Giaime Alonge e Milad Tangshir
regia di Milad Tangshir
visto al cinema Romano il 24/9/2024
presenti:
30/40 tra spettatori e spettatrici
(alla fine della proiezione, una piacevole sorpresa: nel pubblico erano presenti anche compagn* di
PaP e Asia USB).
un adesivo della Palestra Popolare Dante di Nanni nel bagno.
una poltroncina odiosa che gode nel farmi cadere il giubbotto.
un'anziana che durante la proiezione mormora all'accompagnatore: "Pare un film dei Dardenne, però brutto".
"Ho la capacità di far
recitare anche le sedie"
Vittorio De Sica
"Quando ho scritto tecnica della convivenza, e qualcuno mi ha perfino preso in giro con la storia del buco nel muro, con un po' di buona volontà si doveva capire che domandavo davvero al mio prossimo, e a me in primis, di stare sul serio in mezzo alla gente, in loco, anche quando ci sembra di sapere già tutto e che la tecnica deriva dall'intensità di questo desiderio: più forte è, più troverete la tecnica per concretarlo. Pedinare con la macchina da presa è impossibile solo per chi non crede nell'importanza di questo cinema. È una forma di socialità concreta, la sola alla quale io credo (...)
Cesare Zavattini (Diario Cinematografico, Bompiani 1979)
L'ASCENSORE (SOCIALE) DEL GRATTACIELO INTESA SANPAOLO
"Resistiamo agli sfratti" recita un muro alle spalle di Issa, migrante senegalese sans-papiers - Ibrahima Sambou, al debutto sullo schermo, resta schiacciato tra la genuinità dell'improvvisazione e la disperata ricerca dell'empatia nella costruzione dei dialoghi - e probabilmente, l'autore o l'autrice della scritta, descriverebbe Torino come una città masticata dalla gentrificazione e gravida di disuguaglianze. L'ex "Città dell'Auto" dovrebbe essere il set perfetto per smascherare lo storytelling della metropoli "a vocazione internazionale e proiettata verso il futuro": un non-lieu più attento al city branding e ai desiderata delle fondazioni bancarie che a tutelare le fragilità; senza dimenticare il divario crescente tra centro e periferia che comprende il reddito, il diritto all'abitare e il livello di istruzione. Invece, purtroppo, l'ascensore per la consegna di Issa - rider e nel film, poco schiavo dell'algoritmo: il caporalato digitale avrebbe meritato una maggiore attenzione - è quello del grattacielo Intesa Sanpaolo: una "vita agra", per ricordare Bianciardi, consumata nel tentativo di raggiungere la vetta.
Poca conoscenza dell'impatto sul tessuto urbano torinese del maggior gruppo bancario italiano (ha chiuso il 2023 con un utile netto di 7,72 miliardi di euro, in crescita del 76,4% rispetto all'anno precedente), vertigini da autocensura oppure pubblicità occulta? È impossibile, per gli
occhi di un forestiero, riconoscere la vista su corso Inghilterra durante l'ascesa di Issa, perché nessuno vuole (o può) specificare che è il grattacielo Sanpaolo quello che ci sta guardando: l'istituto bancario è leader nel sostegno al mercato nazionale dell'audiovisivo con 835 produzioni già finanziate per oltre 2,8 miliardi di euro (e recentemente ha messo a disposizione ulteriori 5 miliardi di euro) e sovvenziona, attraverso la Fondazione Compagnia di San Paolo, la Film Commission Torino Piemonte. In occasione della 81esima Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia, che si è svolta al Lido di Venezia dal 28 agosto al 7 settembre 2024, Film Commission Torino Piemonte ha organizzato un evento per presentare e promuovere il "Piemonte Film TV Development Fund" - "Anywhere Anytime" è stato realizzato con il contributo del "Bando Piemonte Film TV Fund del 2023" - un fondo sviluppo dedicato alla crescita del "nuovo cinema", interamente sostenuto con 700mila euro dalla Compagnia di San Paolo nell'ambito di un accordo con Regione Piemonte. Durante l'evento, il Segretario Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo Alberto Anfossi, ha dichiarato: "Coerentemente con i nostri obiettivi strategici, il Sistema Cinema Piemonte è un driver di sviluppo con un importante impatto economico sul territorio".
PEDINIAMO ZAVATTINI (E ISSA)
"Anywhere Anytime", opera prima del regista iraniano Milad Tangshir, attivo da anni nel torinese, è stato presentato alla 39esima Settimana Internazionale della Critica - sezione autonoma e parallela della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - dove ha vinto il premio Luciano Sovena per la "Miglior Produzione Indipendente": indipendente da chi o cosa, viene da chiedersi, perché oltre all'analisi sui contributi pubblici ed il ruolo delle fondazioni bancarie, possiamo aggiungere qualche dato sulla "Young Films" (una delle due produzioni, insieme a Vivo Film): la "Young Films" è stata fondata da Carla Altieri e Roberto De Paolis, figlio del Valerio fondatore nel 1983 della nota casa di distribuzione BiM, dal 2015 a capo della società "Cinema srl".
Pediniamo Issa cercando di dimenticare il "Sistema Cinema Italiano", "Gli sgomberi dei migranti gestiti dalla Compagnia di San Paolo" e i "Volti cassavetesiani" - anche perché quello di Cassavetes era un cinema orgogliosamente libero che non disdegnava di prendere a pugni i produttori - e cerchiamo i tratti della fragilità davanti alle mele offerte dalla mensa dell'associazione religiosa - improponibile il comico Gianpiero Perone nel ruolo di un frate - oppure nella mano di Awa (interpretata da Success Edemakhiota che alla meccanicità antirohmeriana supplisce con delle verità sul diritto all'abitare) che non cerca inesistenti gocce di pioggia nel momento in cui chiede l'elemosina, a differenza dell'Umberto D. zavattiniano/desichiano.
Dalle "Mani sulla Città" delle fondazioni bancarie alle "mani tese nella città" il passo è breve: secondo i dati ISTAT inerenti al 2023, il Piemonte è la regione con più persone in povertà relativa nel Nord Italia (11,7%); Torino ha perso 316 mila abitanti dal 1971, è 58esima per il tasso di occupazione dei giovani tra i 15 e i 29 anni; nel 2024, secondo un rapporto della Caritas, il numero delle persone con difficoltà economiche a Torino, è aumentato dell'11 per cento; gli sfratti nel 2022 sono aumentati del 233% rispetto al 2021, con il "benecomunismo" - raccontato da alcuni speciali di Radio Blackout - finanziato da Compagnia di San Paolo, che prende possesso dei quartieri popolari: nella Porta Palazzo multietnica che viene mostrata in "Anywhere Anytime" ha sede la "Fondazione di Comunità" che ha lanciato il progetto Community Land Trust, sulla carta un piano contro la speculazione immobiliare, nei fatti una gentrificazione mascherata da filantropia.
Lo sceneggiatore triestino Sergio Amidei, che aveva partecipato al lavoro preparatorio di "Ladri di biciclette", abbandonò il film per divergenze ideologiche: trovava inconcepibile che Antonio Ricci non si rivolgesse ad una sezione di partito, dopo il furto della bicicletta, perché i compagni lo avrebbero sicuramente aiutato; Amidei fu sostituito da Suso Cecchi D'Amico.
Secondo André Bazin, che definì "l'espressione più pura del Neorealismo" il film di De Sica, "un sindacato non è fatto per ritrovare le biciclette, ma per modificare il mondo in cui la perdita di una bicicletta condanna l'uomo alla miseria": immaginiamo Amidei oggi, alle prese con la scrittura di "Anywhere Anytime", che alle parole di Awa sulla comodità dei bus per un senzatetto aggiunge il racconto dell'uomo senza dimora (e senza nome nelle cronache) che ha perso la vita a Torino nel gennaio 2023 sul bus della linea 21; immaginiamo Amidei sostituito per il volere della Compagnia di San Paolo perché nella sua stesura di "Anywhere Anytime", Issa resta senza un tetto a causa dello "sgombero dolce" dell'Ex MOI; infine, immaginiamo un Bazin sindacalista che pedala con Issa nel traffico e insieme discutono di sfruttamento e sofferenza, di esclusione e lavoro povero.
Il sindacalista Bazin - Vuoi raccontarmi il tuo viaggio per arrivare in Italia?
Issa - No