domenica 24 marzo 2024

Anatomia di una caduta (Anatomie d'une chute), regia di Justine Triet


 ANATOMIA DI UNA CADUTA 
scritto da Justine Triet e 
Arthur Harari 
regia di Justine Triet 

visto il 22/3/2024 su MUBI 

presenti:
ventidue gradi che fanno di Torino, oggi, la città più calda d'Italia.
la versione originale con i sottotitoli: quale arzigogolata soluzione avranno escogitato, nell'edizione italiana, per rispettare il bilinguismo dei dialoghi?

DA SAUL BASS A 50 CENT
"Dimmi cosa vedi" chiede Daniela Brogi su doppiozero, richiamando, nell'analisi sul lavoro di Justine Triet, la celebre locandina realizzata da Saul Bass per "Anatomia di un omicidio", il film di Otto Preminger del 1959.
Sì possono aggiungere, alla riflessione della Brogi, la scelta francese di distribuire la pellicola di Preminger con il titolo "Autopsie d'un meurtre" - più invasivo dell'internazionale "Anatomy of a Murder" - e la rievocazione grafica - datata 1995 - di "Clockers", il film di Spike Lee dove al corpo vuoto e frammentato di Saul Bass vengono aggiunti dei fori di proiettile.
Singolare è un altro dettaglio che lega l'opera del regista afroamericano al film della Triet: Lee aveva dichiarato che nelle sue intenzioni "Clockers" sarebbe dovuto diventare "(...) l'ultimo chiodo nella bara del gangsta rap"; un G-rap che torna nella diegesi di "Anatomia di una caduta" con "P.I.M.P." del rapper 50 Cent in versione strumentale. E sarà proprio l'assenza della parte vocale - pimp è una parola dello slang americano per indicare il magnaccia - argomento di discussione nel tribunale filmico per determinare la possibile misoginia di Samuel Maleski.

SAMUEL MALESKI: IL CORPO (IN)VISIBILE
"Dimmi cosa NON vedi", quindi, nel passaggio dalla segmentazione di Bass al Maleski - portato sullo schermo da Samuel Theis - che offre carne e sangue nell'immagine scelta per rappresentare il film. Sam è uno scrittore frustrato, che ha deciso di unire in matrimonio le sue fragilità con la rabbia, e padre del piccolo Daniel che, nonostante sia ipovedente, sceglie di non guardare l'assenza di respiro del genitore: così, nella locandina, si mostra Daniel. E la sua cecità ha il potere di resuscitare il minimalismo dell'uomo tratteggiato da Bass, che non suscitando empatia rimuove ogni forma di appartenenza.
L'ultimo sguardo sulla tragedia - con occhi che, non a caso, ricordano quelli di Daniel - appartiene al cane guida Messi (nel film ribattezzato Snoop), il border collie che arricchisce un meccanismo narrativo stratificato e chirurgico che, a tratti, sembra assumere il profilo di una terapia di coppia; Arthur Harari (qui in veste di attore e co-sceneggiatore) è il compagno di Justine Triet e possiamo immaginare il percorso doloroso - forse catartico - che hanno dovuto affrontare, mano nella mano, per descrivere l'abisso della violenza domestica: una "caduta dell'amore" nella quale noi siamo, sapientemente, lasciati senza la vista come Daniel, perché la brutalità non supera mai il confine del fuori campo.
Samuel Maleski è caduto: suicidio, omicidio oppure tragica fatalità?
Mentre sfuma la terza ipotesi - il dualismo ideologico come specchio dei tempi - è la contrapposizione tra deuxième étage e troisième a decidere il futuro di Sandra Voyter - l'intensa Sandra Hüller, tedesca ma cosmopolita per vocazione, migliore attrice EFA 2023 e premio César 2024.
Scrittrice di successo la Voyter - il tormento e l'estasi nell'atto dello scrivere, il conflitto tra creazione e trascrizione e il precipizio del fallimento, sono la le cifre stilistiche più affascinanti del film - costretta allo sradicamento della lingua, alla prigione innevata (la Savoia che nel 2030 verrà snaturata dai deliri olimpici) e tormentata dai fantasmi, che trascinano catene infinite, del compagno. A Sandra non resta che aggrapparsi - salvezza speculare a quella cercata dal piccolo Daniel nella madre, per distogliere il non sguardo dal corpo senza vita di Samuel - all'amico e avvocato Vincent (riusciremo a vedere in Italia "Tant que le soleil frappe", dopo il César vinto da Swann Arlaud?), affinché la caduta non possa diventare fatale anche per lei e Daniel.

MESSI NON HA VINTO SOLTANTO IL PALLONE D'ORO 
Palm Dog al Festival di Cannes del 2023 - tredici anni dopo il Premio Speciale della Giuria per un altro border collie, il Vuk protagonista nel film di Frammartino "Le quattro volte" - Messi ha calamitato l'attenzione durante la cerimonia degli Oscar 2024: un'edizione che ha premiato con la statuetta "Anatomia di una caduta" per la migliore sceneggiatura originale e ha registrato la sconfitta, nella categoria miglior film in lingua straniera, dell'Africa proposta da Matteo Garrone e purtroppo sponsorizzata dal greenwashing targato Enel.
Nella stessa categoria di "Io capitano", il comitato di selezione francese ha preferito virare verso "La Passion de Dodin Bouffant" che non è riuscito ad entrare nella shortlist: il lavoro della Triet sembra aver pagato per la più che giustificata critica dell'autrice - dal palco di Cannes in occasione della vittoria della Palma d'Oro - alla riforma macroniana delle pensioni e alla repressione messa in atto dal governo neoliberista per soffocare le contestazioni popolari.



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